Storie di passione, amore, coraggio e talento. Una fotografia dei valori e dei sentimenti dei sognatori di oggi. Uno sguardo curioso e aperto, al di là di preconcetti e luoghi comuni…
Ogni volta che andiamo al cinema pensiamo di sapere cosa andiamo a vedere. In particolare in un festival di cinema africano pensiamo che sia ovvio assistere a film che abbiamo i cosiddetti elementi “africani”: un villaggio, una strega, un piccolo “kirikou” e tanti tam tam… E invece sempre più il cinema si tinge di colori, immagini e sensazioni che sono frutto di un mix di contaminazioni visive e culturali non sempre originarie del paese da cui deriva l’opera a cui stiamo assistendo
Quando si parla di cinema africano o “delle Afriche” possiamo ancora definirlo un “cinema di territorio”? L’incontro tra cultura, immagini e visioni tra il cinema delle Afriche e il World Cinema ha creato nuove creazioni e linguaggi che rinnovano lo status della settima arte africana. La forza creativa di queste contaminazioni generano e rinnovano il cinema africano che pur non perdendo le proprie radici crea effettivamente il nuovo cinema delle Afriche.
La prospettiva della contaminazione, parte da lontano ed ha a che fare con il movimento, il viaggio, lo scambio, con dei territori che sono sempre di più crocevia di relazioni, incroci di esperienze … fecondazione di territori altri. Tale realtà si riconosce sempre più nella cultura migrante della diaspora, annientando qualsiasi confine o frontiera geografica o politica e dilatando lo spazio, il tempo, la cultura … verso orizzonti più universali.
La nuova generazione di cineasti, protagonista della New Africa, con la voglia di raccontare nuove storie e con la forza visiva tipica di chi sa emozionare, sorprendere e continuare ad essere pertinente nei temi e nei valori che l’Africa vuole trasmettere al mondo, ha fatto dei generi (fantascienza, horror, thriller, fantastico, ecc..) e delle nuove tecniche digitali un laboratorio di contaminazione in progressiva evoluzione.
Questa nuova edizione del festival (edizione XXXII) celebra e dà il benvenuto a queste contaminazioni che fanno incontrare Nord, Sud, Est e Ovest del Mondo in un ottica di cinema “mondiale”, rendendo il cinema del continente sempre meno “africano” nel suo stereotipo più riduttivo.
La creatività e la fantasia di questi registi riescono a ridisegnare il volto di un continente che vuole essere sempre più protagonista della propria storia, griot di una nuova cultura che sa restituire all’Africa la sua immagine più vera.
E se il regista di quel film africano non è africano?
Bè, anche questa è la forza e la magia dell’AFRICAMIX.
Fabrizio Colombo
Stefano Gaiga
Direzione Artistica
Programma: “Africamix” XXXII Festival di Cinema Africano Verona
fonte: www.cinemafricano.it