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Un piano per la creazione di una moneta unica dell’Africa orientale è stato concordato dai ministri di cinque paesi della regione nel corso di un vertice che si è tenuto nella città di Arusha, nel nord della Tanzania.
“È un momento storico – ha commentato Tarsis Kabwegere, presidente del Consiglio dei ministri della Comunità dell’Africa orientale (Eac) – perché abbiamo posto le fondamenta giuridiche e istituzionali per realizzare un pilastro dell’integrazione, l’unione monetaria”. Secondo il quotidiano di Nairobi Daily Nation, l’intesa tra i rappresentanti di Kenya, Tanzania, Burundi, Rwanda e Uganda costituisce “un passo avanti affinché l’Africa orientale possa avere una valuta unica”. L’unione monetaria, ricorda il giornale, è uno degli elementi fondamentali dell’integrazione insieme con la costituzione di una banca centrale e di un meccanismo per l’armonizzazione delle politiche fiscali e valutarie.
Nata nel 1999 con l’obiettivo di favorire l’integrazione regionale a livello economico, monetario e in prospettiva politico, la Comunità dell’Africa orientale (East African Community – EAC) riunisce 125 milioni di persone. Un passo importante è stato compiuto nel 2010, con la creazione di un mercato comune teso a favorire la libera circolazione di beni e capitali e a garantire il diritto di stabilimento, cioè di avviare attività professionali o imprenditoriali.
L’EAC fu fondata come primo elemento di un accordo economico (e in prospettiva anche politico) fra le nazioni membro. Nel 2004, un ulteriore trattato ha decretato l’abolizione dei dazi doganali sulle merci in circolazione all’interno dell’EAC. La libera circolazione dei beni è entrata in vigore il 1º gennaio 2005, con l’eccezione dei beni in uscita dal Kenya (il paese più ricco dei tre), che saranno soggetti a dazio fino al 2010.
Lo statuto della nuova EAC prevede una serie di indicazioni di ordine socio-politico per le nazioni membro, come l’aderenza al sistema democratico, la trasparenza, la giustizia sociale, l’applicazione di principi di pari opportunità, dei diritti umani e si ispira anche all’African Charter on Human and Peoples’ Rights (ACHPR).