Storie di passione, amore, coraggio e talento. Una fotografia dei valori e dei sentimenti dei sognatori di oggi. Uno sguardo curioso e aperto, al di là di preconcetti e luoghi comuni…
Un cortometraggio. Con una colonna sonora originale. E un’interpretazione creativa e inedita del problema del lavoro minorile. Note in libertà per dire no allo sfruttamento, e ribadire, con l’intensità di un video, l’impegno a favore dei diritti umani al grido muto di una frase finale: “Spogliati dell’indifferenza”. E’ così che un gruppo di studenti veneziani ha vinto il concorso nazionale bandito dal ministero dell’Istruzione.
E’ stata infatti la classe II C del liceo classico Franchetti di Mestre a classificarsi al primo posto alla quinta edizione del progetto educational La musica contro lo sfruttamento del lavoro minorile, promosso dal Miur in collaborazione con l’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) ed il Med (Associazione italiana per l’educazione ai media e alla comunicazione)
Il concorso nazionale è ispirato alle parole del maestro e senatore a vita Claudio Abbado: “La musica è strumento di pace e può annullare il sistema di oppressione che vuole ancora sfruttare giovani speranze in ogni latitudine”. Quest’anno ha visto la partecipazione di 55 scuole secondarie di secondo grado. Ma su tutte hanno vinto i giovani mestrini.
Per partecipare, i ragazzi dovevano produrre un cortometraggio che, con una colonna sonora originale, proponesse una chiave interpretativa creativa e inedita del problema del lavoro minorile. E, stando ai voti, l’opera proposta dai giovani del Franchetti è riuscita centrare l’obiettivo: il breve ma intenso video è stato giudicato il migliore in assoluto dalla giuria popolare, e il primo – a pari merito con un’altra scuola – dalla giuria tecnica.
La musica è stata scritta dai ragazzi, così come la sceneggiatura, la regìa, il montaggio sono stati il frutto di un lavoro comune che ha permesso agli studenti di affrontare il problema del lavoro minorile senza falsa retorica, ma mettendone in rilievo il nesso, troppo spesso dimenticato o oggetto di indifferenza, con la vita quotidiana dei ragazzi stessi.